IL FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO UMANO

Il cervello e il Neurofeedback dinamico: cerchiamo di capire come il Neurofeedback dinamico può essere un metodo efficace per permettere al cervello di imparare ad autoregolarsi. All’interno del nostro cervello esistono due tipo di cellule, le cellule nervose che chiameremo per comodità neuroni, che sono quelli che ci interessano direttamente e le cellule gliali. I neuroni all’interno del nostro cervello sono all’incirca 100 miliardi e le connessioni tra i neuroni, le cosiddette sinapsi, sono all’incirca 100000 miliardi. Gli scambi elettrici tra neuroni passano attraverso le sinapsi e sono propri questi scambi che andremo ad utilizzare attraverso il Neurofeedback dinamico. Grazie ad un potente amplificatore andremo a misurare i differenti ritmi del cervello, che oscillano tra delle frequenze che vanno dai ritmi Delta 0,50 Hz ai ritmi 60Hz. I ritmi hanno ampiezze diverse a seconda dello stato nel quale ci troviamo: riposo, sonno, veglia, riflessioni intensa, collera, stress, ecc.

Il nostro cervello e le sue qualità

Fin dall’apparizione della vita sulla Terra, tutti gli esseri viventi hanno dovuto far fronte ad un fenomeno evolutivo e di apprendimento per assicurarsi la sopravvivenza. Il cervello nasce dal movimento ed è apparso, nell’evoluzione dei mammiferi, data la necessità di spostarsi e nutrirsi. Sono stati il cervello e la sua capacità di adattarsi a renderci quello che siamo. Il cervello non è mai un processo “concluso”, è legato all’evoluzione ed è in continuo adattamento rispetto alle situazioni nelle quali ci troviamo.

Le neuroscienze ci hanno insegnato a conoscere il cervello

Il nostro cervello dimostra quindi di avere delle notevoli capacità di flessibilità o neuroplasticità, di resistenza, di resilienza e di apprendimento. Tutte le forme di vita sono alla ricerca dell’omeostasi ( il raggiungimento di un equilibrio tra le proprietà comportamentali e quelle fisiche). Tutte le strutture viventi funzionano in omeostasi. Un uccello ha le ossa vuote e leggere che gli permettono di sostenersi in volo. Il cammello ha delle riserve di acqua per sopravvivere nel deserto. Il camaleonte cambia la pigmentazione della pelle per mimetizzarsi e passare inosservato ai suoi predatori. Queste specie, come altre, sono sopravvissute fino ai nostri giorni adattandosi a tutti i pericoli e situazioni del loro ambiente naturale. Quelle che non sono riuscite ad adattarsi ai cambiamenti sono scomparse. L’omeostasi è la capacità di autoregolarsi dei nostri organi rispetto agli stimoli esterni.

La neuroplasticità o plasticità neuronale

Può essere definita come l’insieme delle manifestazioni che permettono ai neuroni di modificarsi e di rimodellarsi nel corso della vita. Tutti questi meccanismi contribuiscono a un adattamento del nostro cervello ad un ambiente molecolare, cellulare e funzionale estremamente mutevole che di conseguenza è soggetto a delle modificazioni funzionali. Così, in ogni momento, il nostro cervello cambia in funzione delle esperienze affettive, psichiche e cognitive che noi viviamo. E’ un processo fisiologico di adattamento del sistema che risente dell’influenza di fattori ambientali, genetici o epigenetici. Ma la plasticità può essere inoltre implementata anche durante processi patologici in risposta ad delle lesioni o ad un processo di lesione, e comporta necessariamente una riorganizzazione delle interazioni neuronali al fine di preservare al meglio le capacità funzionali del sistema.

La neuroplasticità corrisponde a due processi fondamentali

Il primo consiste nel moltiplicare le connessioni e/o i neuroni: si parla allora di neurogenesi. Il secondo metodo consiste nella soppressione delle connessioni inefficaci o inutilizzate. Questo processo, noto come “potatura sinaptica” partecipa in maniera attiva alla neuroplasticità cerebrale, e dunque alla nostra capacità di apprendere e memorizzare. Sebbene che ogni neurone agisce in totale indipendenza, l’apprendimento di nuove competenze necessita dell’implementazione di un gran numero di neuroni, attivati simultaneamente, con lo scopo di elaborare l’informazione all’interno di un sistema di reti specializzate. La resilienza o resistenza psichica La resilienza non è certamente una tecnica ma un termine che designa una minore vulnerabilità agli imprevisti della vita; la capacità di far fronte alle difficoltà, alle avversità, alle situazioni di rischio, la capacità di rialzarsi nonostante le prove alle quali siamo sottoposti, ai traumi della vita. Quando dobbiamo affrontare queste prove o stati di stress la nostra resilienza è messa a dura prova. Grazie al Neurofeedback dinamico la capacità di resistenza psichica del nostro cervello e le nostre reazioni emozionali saranno enormemente migliorate per fare in modo di poter affrontare situazioni particolarmente stressanti così come a choc psicologici.

Grandi capacità di apprendimento
Il nostro cervello è programmato per apprendere!

Con 86 miliardi di cellule nervose e i suoi milioni di miliardi di connessioni il cervello dell’uomo moderno è particolarmente complesso e non presenta nulla di immutabile e di fisso come ad esempio i componenti di un computer. Le connessioni, la memoria e il linguaggio sono fatti di carne viva: materia in continuo cambiamento, materia fatta per cambiare e che non esisterebbe se non il fatto di poter evolvere. Questo significa che questo organo incarna il futuro: gode della facoltà di compiere domani delle operazioni che siamo incapaci di compiere oggi. Tutte le nostre attitudini particolari, manuali o intellettuali che siano, che concorrono a fare di ciascuno di noi uno specialista, un essere unico, sono in gran parte plasmate durante le prime fasi dello sviluppo cerebrale del bambino e dell’adolescente. Ma non tutto si conclude durante queste fasi. Lo studio sulla crescita del cervello dell’uomo moderno rivela delle caratteristiche importanti che non ritroviamo in altri primati. E’ alla luce di questa plasticità cerebrale permanente che dobbiamo interpretare quello che scriveva l’umanista olandese Desiderius Erasmus Roterodamus (1466-1536): E’ questa dunque la ragione per la quale possiamo utilizzare il Neurofeedback dinamico per permettere al nostro cervello di apprendere ad autoregolarsi e a ripararsi in autonomia.

Torna in alto

I nostri cookie di profilazione ci aiutano a migliorare i nostri servizi online.